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HYPERVERSUM NEXT Presentazione di Maria Fiorenza Coppari – Giuria “Premio Castello di Sanguinetto” 2017

Inserito da il Nov 9, 2017 in premio castello | 0 commenti

Sequel della trilogia edita da Giunti, firmata dall’autrice Cecilia Randall, pseudonimo di Cecilia Randazzo, scrittrice web designer illustratrice:

Hyperversum, pubblicato nel 2006, Il falco e il leone, I cavalieri del tempo, Hyperversum Next e Hyperversum Ultimate, uscito quest’anno.

Romanzo accreditabile al genere fantasy che coniuga fantasia, mito e storia, forzando i confini della realtà e proiettandoci nel mondo della magia, dove tutto è possibile e nulla è soggetto alle leggi della natura.

Fantasy e fantascienza sono generi letterari che i ragazzi amano, ma che raramente approdano alla terna dei volumi che sottoponiamo alla loro attenzione, non perché nella giuria del Premio Castello vi sia alcuna preclusione o pregiudizio. Purtroppo le questioni di marketing inquinano anche il settore dell’editoria per ragazzi e spesso i libri con questa caratteristiche che ci vengono sottoposti più che scritti con competenza e passione, sono scribacchiati con astuzia per esigenze di mercato. E dato che noi cerchiamo letteratura, non un qualsiasi esercizio di scrittura, non li prendiamo in considerazione.

E ciò premesso, va anche detto che un libro non va giudicato per le sue appartenenze di genere, ma per il suo valore intrinseco. Hyperversum Next è un libro molto bello. Il suo primo pregio è di essere godibile anche se non sia sono letti i precedenti volumi della saga, fortunatissima, che ha venduto 180mila copie.

Ha una trama avvincente e ricca di colpi di scena, ma l’autrice tiene fra le sue mani con sicurezza il filo degli eventi e delle gesta dei protagonisti, affinché la matassa ci intrighi, scorrendo senza impigliarsi.

La scrittura è elegante e colpisce l’accuratezza della ricostruzione storica che rende palpitante e realistica come un’immagine in tre dimensioni la vita nella Francia del XIII secolo dove si svolgono le avventure di Alex e Marc.

Ebbene sì: nella vita c’è bisogno di magia. C’è bisogno di forzare i limiti della realtà quando l’adolescenza ti svela tutta l’energia propulsiva della mente e del cuore, ma i confini della realtà sembrano talvolta soffocare i nostri sogni. Ce n’è forse ancor più bisogno negli anni dell’età adulta, quando l’evasione sulle ali della fantasia ci sottrae alla consapevolezza che a decidere della nostra vita non siamo solo noi, ma anche quel misterioso svolgersi degli eventi che chiamiamo destino, con le sue opportunità e con le sue verifiche che ci chiedono di scendere in campo con coraggio, con capacità di sopportazione, senza perdere l’amore per la vita, proprio come i cavalieri medievali di Hyperversum.

Per dirla con una delle protagoniste della saga, Isabeau: “Se tu potessi conoscere il futuro, questo sarebbe già scritto e se fosse già scritto, tu non potresti cambiarlo”. Ma, come scoprono i nostri Alex e Marc, non bisogna arrendersi al fatalismo: la libertà di scegliere il nostro futuro ci appartiene, purché si abbia la tempra per farlo.

Tutto ciò per dire che un bel libro per ragazzi è un bel libro per ogni età. E questo libro regala 475 pagine che si leggono tutto d’un fiato.

“PIÙ VELOCE DEL VENTO” – EINAUDI RAGAZZI Presentazione di Maria Fiorenza Coppari – Giuria “Premio Castello di Sanguinetto 2017”

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Ma dove vai bellezza in bicicletta,
così di fretta pedalando con ardor.
Le gambe snelle, tornite e belle,
m’hanno già messo la passione dentro al cuor…

“Più veloce del vento”, scritto da Tommaso Percivale ed edito da Einaudi Ragazzi a 100 dall’invenzione della bicicletta, il cavallo a due ruote, senza pedali, né freni, inventato dal barone von Sauerbronn il 12 giugno 2017, ha per protagonista un personaggio reale: Alfonsa Rosa Maria “Alfonsina” Morini coniugata Strada (Castelfranco Emilia, 16 marzo 1891 – Milano, 13 settembre 1959). Una donna, una pioniera: Alfonsina, l’unica donna a partecipare al Giro di Lombardia e al Giro d’Italia 1924, ammessavi da Emilio Colombo, direttore de La Gazzetta dello sport, l’unica donna a gareggiare in competizioni maschili, con miti del calibro di This, Pellissier e Girardengo. Al Giro d’Italia arrivò trentesima, e in seguito vinse 36 gare contro uomini.

Alfonsina, la “bellezza in bicicletta”, la “maschietta” della famosissima canzone degli anni 50, era nata nel 1891, prima di 10 fratelli, e salì insella a 10 anni, sulla sgangherata bici che stava appesa nel fienile, contro tutto e contro tutti. Per farsi strada in un mondo dominato dagli uomini non solo nello sport, fu costretta a battersi in primo luogo contro i limiti dell’appartenenza al genere femminile, della povertà, dei pregiudizi e della prepotenza che all’epoca relegavano la donna, soprattutto della sua condizione sociale, in un ruolo unico, stereotipato di ancella: moglie, madre, nonna, sorella o zia, monaca. Ruoli subalterni o complementari, mai antagonisti a quelli maschili. Ma, sposa a soli 14 anni, Alfonsina trovò proprio nel marito, il cesellatore Luigi Strada, il suo primo sostenitore che non la considerò “un diavolo in gonnella”, ma le donò la sua prima vera bicicletta da corsa con il manubrio ricurvo.

Nel libro l’autore Tommaso Percivale ricostruisce con maestria e affetto la figura di Alfonsina, romanzando quel tanto che è necessario alle esigenze della narrazione, ma rispettando la storia e la personalità di questa ragazza tutta fuoco e coraggio, intelligente e tenace, una tipa da sballo che suscita simpatia a prima vista. Una donna riscoperta recentemente e che merita un posto nella storia dell’emancipazione femminile e nei nostri cuori. Un libro ben costruito e ben condotto, un libro da amare, come la sua protagonista.

“[Im]perfetti” di Luigi Ballerini e “La storia di Marinella. Una bambina del Vajont” di Emanuela Da Ros presentati dal prof. Gian Paolo Marchi

Inserito da il Nov 8, 2017 in premio castello | 0 commenti

Luigi Ballerini, [Im]perfetti, Milano, Il Castoro

Egidio Meneghetti, professore di farmacologia nell’università di Padova, e primo rettore dopo la Liberazione di quell’illustre Ateneo, in uno scritto del 1961 richiamava la profezia di Aldous Huxley secondo la quale, in un futuro non remoto, la trasmissione della vita sarebbe avvenuta secondo modalità particolari: da una parte un gruppo di femmine ovulatrici, destinate per sapiente selezione all’amore e alle attività estetiche e intellettuali, ma preservate dall’azione deformatrice della gravidanza; dall’altra, femmine robuste, destinate a fornire nidi a uova fecondate in sostituzione di madri che gravidanza sopportare non possono, o non vogliono: nel quadro di una società   nella quale, col denaro, tutto si possa chiedere a chi denaro non possiede. Unica regola: l’ossequio alla legge della domanda e dell’offerta.

Una simile logica può essere in qualche modo richiamata a proposito del libro di Luigi Ballerini intitolato [Im]perfetti. Siamo in un mondo del futuro, ma non poi così lontano da noi, dove gli esseri umani vengono costretti a compiere un itinerario che li porterà alla perfezione.

La modalità è il GST, Grande Spettacolo dei Talenti, in cui operano agenti speciali che hanno il compito di scovare gli eletti, e di validare e certificare i Perfetti.

Consigli per il successo: «Non scoprire mai il fianco con gli altri concorrenti, che lotteranno per fregarti, mostrati deciso, fai vedere grinta grinta grinta».

I figli dei perfetti sono concepiti in laboratorio con il migliore mix di geni genitoriali: ai feti verrà risparmiato il trauma del parto: tutto è pianificato per evitare una prolificazione approssimativa. L’Assistente alla nascita ammonisce che i bambini imperfetti non devono nascere, e se questo avviene contro il parere degli Addetti alla Conservazione, chi li accoglie dovrà farsi carico di ogni spesa: «voi li volete, voi li manterrete».

Tutto si regge sulla logica della competizione: ciascuna delle cinque squadre composte di tre Eccelsi ciascuna, lotterà per la vittoria, decretata dal pubblico con le sue preferenze.

Il meccanismo investe l’intero sistema, col quale si misurano Maat P, Adon P, Eira P, che manifestano incertezze, preoccupanti defaillances e inspiegabili malesseri. Contro Nefti, provocante ragazza sostenitrice della centralità della Causa che deve superare ogni considerazione individualistica, i protagonisti scoprono progressivamente la logica e la bellezza della solidarietà.

Horus P gestisce la prova decisiva, cui assiste un finto pubblico, legato alla logica della pubblicità: contro la logica della competizione, Adon P e Maat P si uniscono per salvare Eira P, che si trova in difficoltà, e tutti insieme scoprono la bellezza del firmamento. Eira P sa che Adon P si era fermato per lei, e i tre decidono di rimanere sempre uniti, mentre il sistema li vuole uno contro l’altro.

Alla fine, Adon P risolve ogni dubbio e si manifesta a Eira come un imperfetto. Anche Eira confessa di essersi rivolta a una clinica clandestina, rifiutando di autodenunciarsi alle Autorità Sanitarie.

Gli imperfetti sanno divertirsi e appassionarsi. Avere un DNA perfetto non è garanzia di felicità. Cos’è la felicità? La felicità ha a che fare con le persone, non si è mai felici da soli.

Tutti e tre si riconoscono nella nuova coscienza di sé, anche Maat P, che aspira a diventare musicista.

La fuga dei tre riesce, mentre i funzionari dell’Organizzazione decidono l’eliminazione dei Ribelli, che riescono a intrufolarsi nel sistema televisivo dei Perfetti, costringendo il Governatore a dichiararsi “decisamente imperfetto”.

Toccante il caso di Eira P, che, malata di leucemia, vuole poter avere delle persone che le stiano vicino e la aiutino, vuole sentirsi felice anche se malata e fragile. Non ha senso gareggiare tra uguali, proclama Adon P: «A noi non interessa spendere il tempo per essere contro qualcosa o contro qualcuno, né essere definiti dall’odio».

I tre si allontanano per incamminarsi verso un futuro libero, dove non c’è violenza, dove suonare il violino, dove essere ammalati e sperare di guarire senza essere soli.

 

Emanuela Da Ros, La storia di Marinella. Una bambina del Vajont, Milano, Feltrinelli.

Il libro è una denuncia pacata ma ferma della logica del profitto che non arretra di fronte a catastrofi scientificamente previste. Questo avviene nelle ultime pagine, nelle quali l’autrice presenta riflessioni ed emozioni suscitatate dalla visita al cimitero che accoglie le quasi duemila vittime: vittime non della natura, ma dell’insipienza umana e dell’avidità di chi aveva costruito una diga senza preoccuparsi del pericolo annunciato che una frana potesse precipitare nell’invaso, provocando quell’ondata che il 9 ottobre 1963 arrivò a cancellare i paesi di Erto e Casso, causando la morte di 1910 persone, tra cui 487 bambini

Nelle teche del cimitero di Fortogna (Longarone) si conservano alcuni oggetti appartenuti alle vittime: un orologio fermo alle 22,39 di quel 9 ottobre, una cornice senza foto, un quaderno: il quaderno di Marinella Callegari, nata il 12 sett. 1953.

Da questo oggetto prende l’avvio la narrazione, che procede con un’alternanza di vista da lontano, per così dire a volo d’uccello, e vista da vicino: il grande sistema delle dighe e i piccoli abitati, con pulman, treno, ufficio postale, strada d’Alemagna, poderi e pascoli.

La storia di Marinella inizia alle ore 7,05 di quel 9 ottobre: i soliti preparativi per la scuola, le ingenue schermaglie con Marco, il concitato intreccio ricordi: la prima comunione, la posa per la fotografia, il vestino con la gonna a balze, le scarpe nuove, il banchetto della festa. Un rilievo particolare assume l’incontro con Marco, rimasto orfano di padre morto in un incidente di lavoro, madre malata, affido al nonno solitario.

Non si tratta di un semplice idillio: l’amore può comportare una passione come quella della nonna, che mette al mondo una bambina (la mamma di Marinella) senza avere «una fede al dito», ma che viene sposata da un uomo che ammira la sua forza d’animo.

Le ore passano tra lezioni e ricreazione, durante la quale scoppia una rissa tra gli alunni, sedata dalla bidella Rosetta armata del suo spazzolone. Sullo sfondo la realtà della diga, le avvisaglie della tragedia annunciata da strani segnali, gli alberi sul monte Toc che sembrano piegarsi.

Anche il pomeriggio si apre con l’ansia che nasce dalla preoccupazione per la diga, che sembra prendersi gioco di tutto e di tutti. Marinella esce per incontrae Marco, si mette la collana di perle della mamma: «Le perle le illumineranno il viso e Marco noterà i suoi occhi azzurri anziché le gambe lunghe».

La collana di perle viene messa come collare a Zucchino, il bassotto che Pietro regala a Marinella. Il cagnolino è tramite dell’affetto che lega i due ragazzini (come non ricordare l’asino di compare Alfio accarezzato da Mena nei Malavoglia?).

La vicenda del cucciolo percorre le ultime pagine del racconto, in cui si esplicita con delicatezza il sentimento d’amore tra Marco e Marinella. L’inquietudine dell’animale che avverte i segni della catastrofe si associa alle fantasie di Marinella, che evoca scene piene di tenerezza e di affetto, troncate dalla valanga d’acqua che la seppellisce con i suoi sogni.

VINCE LA 66° EDIZIONE PAOLA ZANNONER con il libro “ZORRO NELLA NEVE” – Il Castoro

Inserito da il Nov 3, 2016 in gallery, news, premio castello | Commenti disabilitati su VINCE LA 66° EDIZIONE PAOLA ZANNONER con il libro “ZORRO NELLA NEVE” – Il Castoro

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Domenica 18 ottobre si è svolta la cerimonia di premiazione della 65^ edizione del Premio Castello di Sanguinetto.

Inserito da il Nov 25, 2015 in premio castello | Commenti disabilitati su Domenica 18 ottobre si è svolta la cerimonia di premiazione della 65^ edizione del Premio Castello di Sanguinetto.

Alla presenza della Commissione tecnica, della “Giuria dei Ragazzi” e di un numerosissimo pubblico, tra letture e sottofondi musicali, sono stati presentati i tre autori che si sono sfidati quest’anno: Elena Kedros, Guido Sgardoli e Luisa Mattia.

“La leggenda di Robin”

di Elena Kedros – Mondadori, è il libro vincitore del 65^ Premio Castello di Sanguinetto. Ha presentato l’opera il prof. Pietro Zanotto, componente della Commissione del Premio….“Attraverso tanti accadimenti, in una narrazione che conquista fino all’ultima pagina il lettore anche d’età adulta, si arriva a un finale “aperto”. Che continua infatti in altri due volumi anch’essi già in libreria, innestati in nuove emozioni a completamento di un trittico avventuroso….”. Robin, una fanciulla di quindici anni, esperta nell’uso di arco e fionda, figlia di contadini che vuole
vendicare l’assassinio dei genitori, la casa bruciata, il fratello prigioniero e tanti soprusi. Ideali come il coraggio, la solidarietà, il sacrificio vengono valorizzati per far valere la giustizia.

“Il giorno degli eroi”

di Guido Sgardoli – Rizzoli, Segnalato alla 65^ edizione del Premio Castello di Sanguinetto, ha per protagonista Silvio Moretti, chiamato alle armi giovanissimo, e ora soldato semplice dell’84° Rgt di fanteria brigata Venezia. La presentazione del libro è stata curata dal prof. Gianpaolo Marchi,
presidente della Commissione del Premio, ….. “L’autore articola la narrazione su due scene parallele, che si svolgono in tempi diversi. Il passato viene guardato dalla prospettiva della trincea, la piccola storia della dura vita dei campi con la sua perpetua fatica, la scuola autoritaria e violenta,
la casa misera e malsana, e la grande storia, rappresentata dalle prime pagine del Corriere della Sera. Scoppiata la guerra, i contadini davanti a un bicchiere di vino discutono di quel che avrebbe fatto l’Italia. E così i quattro figli di Nane e Ada. La guerra continua, e Ada si sente turbata da una
sottile e costante inquietudine”…

“Hemingway e il ragazzo che suonava la tromba”

di Luisa Mattia – Il battello a vapore, Segnalato alla 65^ edizione del Premio. “Un libro felice, nato bene, nel senso che l’autrice Luisa Mattia ha saputo ben sfruttare su un’invenzione narrativa – l’incontro fra Benny e Hemingay – supportata da uno stile di scrittura fluido e ben ritmato” così la
dott.ssa Maria Fiorenza Coppari, componente della Commissione del Premio Catello, presenta questa opera in cui entrambi i protagonisti …”sono colti nella sincerità del loro rapporto di amicizia, nel momento in cui immolano la giovinezza sul fronte bellico, traditi dalla guerra, in nome della patria che sacrifica i suoi figli senza pietà per il loro diritto alla vita. La guerra è una prova tragica, ma non riuscirà a cancellare la voglia di vivere, di sognare la felicità e di aprirsi all’amicizia e all’amore di Benny e Hemingway. Nessuno si salva da solo. Questa è la lezione. Non in guerra e neppure nella vita.”

Domenica 18 ottobre si è celebrata la grande festa del Premio Castello

Inserito da il Nov 25, 2015 in premio castello | Commenti disabilitati su Domenica 18 ottobre si è celebrata la grande festa del Premio Castello

Il concorso, patrocinato da Regione Veneto e Provincia di Verona, vive, nonostante le difficoltà che minacciano le iniziative culturali nel nostro Paese, grazie all’impegno dell’Amministrazione e del Sindaco Alessandro Braga. Un Sindaco che i libri finalisti li ha letti.

La manifestazione si è conclusa, com’è tradizione, nell’elegante e raccolto teatro “Zinetti” all’interno del Castello scaligero. Il concorso, nato dalla felice intuizione di Giulietto Accordi nel fervore della rinascita che seguì le distruzioni della seconda guerra mondiale, ha compiuto sessantacinque anni, ma non li dimostra. Il merito è dei libri e dei loro autori, ma i veri protagonisti, anno dopo anno, si confermano i giovanissimi lettori che affiancano la giuria tecnica a cui spetta la responsabilità di scegliere la terna dei finalisti.

Sono ragazzi in gamba, idealisti e sognatori com’è normale siano gli adolescenti, ma con la marcia in più che deriva loro dalla passione per la lettura. Ogni libro è un nuovo mondo e i “nostri” ragazzi vi si tuffano, lo esplorano, lo vivono. E qualcuno di loro non fa mistero del sogno di diventare uno
scrittore.

Un plauso sincero meritano anche i loro insegnanti, preparati e aperti, attenti a cogliere e assecondare i segnali che partono dalla mente e dal cuore dei ragazzi. E i libri possono essere il ponte che aiuta a superare il gap determinato non solo dalla differenza di età, ma soprattutto dalla rivoluzione tecnologica e informatica che ha modificato e in qualche caso stravolto ritmi, abitudini, stili di vita degli adolescenti.

Ma Internet non ha soppiantato i libri e i giovanissimi leggono più degli adulti. Questa è la buona notizia che il Premio Castello anche quest’anno ha confermato. Abbiamo vissuto intense emozioni ascoltando la voce degli autori ospiti al mattino di “Librar Verona”, sotto la loggia di Piazza dei Signori a Verona e li abbiamo poi ritrovati, adeguatamente emozionati in teatro per la premiazione, preceduta da letture animate, interviste e interventi critici
di ottimo livello dei ragazzi. Come ogni anno, si è confermata la sensazione che a vincere non sia solo il primo classificato – quest’anno Elena Kedros, finalmente classificatasi prima e non seconda a premio letterario, come ci ha rivelato lei stessa piroettando di felicità – ma tutta la terna dei finalisti, cui si aggiungono per meriti speciali i segnalati Francesco Butturini e Roberto Bratti che purtroppo non abbiamo potuto avere con noi.

Luisa Mattia, Elena Kedros e Guido Sgardoli ci hanno regalato libri da conservare sullo scaffale della libreria. Libri che sfoglieremo ancora, anche fra molti anni, perché la buona letteratura non ha limiti di età e non invecchia. Così come resteranno con noi i protagonisti dei loro romanzi, eroi non
per desiderio di gloria, ma per purezza di sentimenti, lealtà, capacità di fare di slancio scelte sincere, dettate dal cuore e dal senso di giustizia. Ragazzi che non sanno tradire e credono nell’amicizia e nell’amore.

Il coraggio di vivere è l’eroismo della quotidianità e ogni esistenza riserva prove e avventure, piccole o grandi, che siamo sfidati a vivere, non rinunciando mai ai nostri sogni. Questo ci suggeriscono gli eroi dei romanzi finalisti del Premio Castello 2015 e per questo li abbiamo amati.

Maria Fiorenza Coppari

Elena Kedros vince la 65° edizione del Premio Castello con il libro “La leggenda di Robin”

Inserito da il Ott 19, 2015 in gallery, news, premio castello, slider | Commenti disabilitati su Elena Kedros vince la 65° edizione del Premio Castello con il libro “La leggenda di Robin”

_DSC6827Elena Kedros vince la 65° edizione del Premio Castello con il libro “La leggenda di Robin” – Mondadori.

Incontro con l’autore: Benedetta Bonfiglioli, vincitrice del Concorso, e gli studenti

Inserito da il Giu 4, 2015 in premio castello | 0 commenti

Si è svolto martedì 21 aprile 2015 a Sanguinetto l’incontro con Benedetta Bonfiglioli, autrice emiliana vincitrice del Premio di narrativa per ragazzi più longevo d’Italia, il Premio Castello di Sanguinetto, a conclusione della 64^ edizione.

A parlare del libro “My Bass Guitar”, edizioni San Paolo, si sono ritrovati, oltre ai ragazzi che compongono la giuria, anche le classi Terze delle Scuola Secondarie di primo grado di Sanguinetto, Casaleone, Villabartolomea e Roncanova. Oltre 150 studenti che, tra domande, commenti e curiosità sui personaggi del libro e sulla storia del romanzo, hanno animato tutta la mattinata. La disponibilità dell’autrice e l’interesse suscitato dal suo libro hanno catturato l’attenzione dei ragazzi, trasformando l’incontro in un’occasione di riflessione e crescita personale per tutti.

Comunicato stampa “Incontro con l’autore”

“Premio Castello” di Sanguinetto Giunto alla 64^ edizione il più antico premio di letteratura per ragazzi

Inserito da il Ott 13, 2014 in gallery, news, premio castello | Commenti disabilitati su “Premio Castello” di Sanguinetto Giunto alla 64^ edizione il più antico premio di letteratura per ragazzi

Oggi, nella Sala Verde del Palazzo Scaligero, il vicepresidente nonché assessore allaCultura e Identità Veneta Marco Ambrosini ha presentato la 64^ edizione del “Premio Castello” di Sanguinetto, il più antico premio letterario in Italia dedicato alla letteratura per ragazzi. Erano presenti: Alessandro Braga, sindaco e assessore alla Cultura di Sanguinetto; Giampaolo Marchi, presidente della commissione, ordinario di Letteratura italiana e già preside della facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Verona.

Hanno partecipato inoltre alcuni membri della commissione giudicatrice: Elena Trevenzoli, docente dell’Istituto Comprensivo di Sanguinetto; Maria Fiorenza Coppari, giornalista; Giulio Galetto, docente e critico letterario.

L’iniziativa è promossa ed organizzata dal Comune di Sanguinetto con il patrocinio della Provincia di Verona – Assessorato alla Cultura e Identità Veneta – e della Regione del Veneto.

Una commissione tecnica di docenti, giornalisti, scrittori ha selezionato i 3 libri finalisti poi sottoposti ad una giuria di studenti delle scuole secondarie di primo grado per la scelta del vincitore. Quest’anno il numero delle scuole interessate è passato da 5 a 6, e la giuria è arrivata ad un totale di 90 alunni. I nomi dei tre finalisti che si contenderanno il primo premio sono: Benedetta Bonfiglioli, con My Bass Guitar, editore San Paolo; Cristina Brambilla con L’estate in cui caddero le stelle, editore Mondadori e Anna Lavatelli con Gaston e la ricetta perfetta, editore Giunti Junior. Quest’anno, oltre ai tre titoli selezionati, viene presentato fuori concorso In punta di dita, di Lorenzo Bernardi, per l’editore Einaudi Ragazzi, in quanto opera ritenuta meritevole di segnalazione.

Il “Premio Castello”, istituito nel 1951 è il concorso di narrativa dedicato alla letteratura per ragazzi più antico d’Italia. Il regolamento del premio prevede che le maggiori case editrici italiane partecipino al concorso inviando  alcuni libri, tra i quali la commissione giudicatrice selezionerà 3 opere che verranno proposte alla lettura di studenti e famiglie durante il periodo estivo. All’inizio dell’anno scolastico, con l’assistenza dell’insegnante, gli studenti faranno la scelta definitiva che stabilirà l’opera vincitrice.

Le scuole partecipanti in qualità di giuria sono: l’Istituto Comprensivo “A. Manzoni” di Sanguinetto; la Scuola “A. Pasetto” – Roncannova – dell’Istituto Comprensivo di Sanguinetto; l’ Istituto Comprensivo Verona 20 “M. L. King” di Verona; l’Istituto Comprensivo “C. Ederle” di Villabartolomea; l’Istituto Comprensivo “P.D. Frattini” di Legnago; l’Istituto Comprensivo “Benedetto Croce” di Casaleone.

La cerimonia di premiazione si svolgerà domenica 19 ottobre e sarà anticipata da una settimana di attività correlate al concorso, quali incontri letterari, mostra del libro e spettacoli teatrali. A fine anno, il libro vincitore verrà regalato a tutti gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Sanguinetto affinché i ragazzi possano preparasi all’incontro con l’autore che si svolge, solitamente, nella primavera successiva. Dal 2011, inoltre, il Premio aderisce all’iniziativa della Provincia di Verona, ‘LibrarVerona’, con la partecipazione dei ragazzi della giuria e dei tre autori finalisti.

Info: www.premiocastello.it

Assessore – Ambrosini: “Il ‘Premio Castello’ di Sanguinetto rappresenta sicuramente il più antico premio in Italia dedicato alla letteratura per ragazzi. È quindi motivo di orgoglio per la Provincia di Verona presentare anche quest’anno un concorso di tale spessore culturale, che ha saputo, nel corso degli anni, raccogliere sempre più consensi, tanto da assumere un carattere nazionale e da pregiarsi della presenza di nomi tra i più rappresentativi del mondo accademico, del giornalismo e della letteratura. Il Comune di Sanguinetto ha saputo valorizzare, attraverso questo premio, il proprio territorio e le ricchezze culturali in esso presenti, a partire dalla figura del proprio illustre cittadino Giulio Nascimbeni. È un piacere, inoltre, ospitare anche quest’anno il ‘Premio Castello’ all’interno della manifestazione dedicata al mondo del libro e della lettura ‘LibrarVerona’, promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, con la presentazione ufficiale al pubblico dei tre finalisti in gara”

Sindaco assessore – Braga: “I numeri parlano da soli. Essere giunti alla 64^ edizione di questo premio letterario costituisce, senza dubbio, motivo di orgoglio per il nostro Comune che ha dato i natali a personalità letterarie di spicco. Pur essendo un concorso di rilevanza nazionale e di antica istituzione, è ingiustamente meno noto di altri al grande pubblico. Valuteremo, quindi, per le prossime edizioni, un investimento più oculato sul piano della comunicazione al fine di promuovere al meglio questo importante evento culturale. Ringrazio le case editrici che hanno sempre dimostrato la loro generosità donando numerosi volumi alle scuole partecipanti in qualità di giuria”.

Presidente commissioneMarchi: “ Gli scorsi anni abbiamo ricevuto autorevoli critiche da alcune grandi case editrici, le quali hanno sottolineato l’eccessiva libertà di scelta con la quale decretiamo la terna dei libri finalisti. Noi, tuttavia, siamo dell’idea che l’indipendenza costituisca il valore aggiunto di questo premio letterario. Come da consuetudine la qualità delle opere è elevata: My Bass Guitar è il tipico, ma non di certo banale, romanzo di formazione, genere sicuramente amato dai giovani; L’estate in cui caddero le stelle non solo vanta una prefazione esclusiva di Margherita Hack, ma è senz’altro un libro accattivante; Gaston e la ricetta perfetta, per la sua originalità potrà sicuramente trovare un target di riferimento tra i più piccoli. Ritengo che la lettura di queste opere, scritte da autori di giovane età,  sia una occasione utilissima per confrontarsi con le novità del linguaggio e i suoi aspetti più creativi ed innovativi”.

Verona, 10 ottobre 2014

Comunicato stampa Cerimonia premiazione 2013

Inserito da il Ott 19, 2013 in premio castello | 0 commenti

Presentazione della finale del 63^ “Premio Castello”

Il 19 e 20 ottobre due appuntamenti con il libro e la lettura a Sanguinetto

E’ in programma per domenica 20 ottobre, a partire dalle 16, nel teatro Gaetano Zinetti, la finale del “Premio Castello” di Sanguinetto, il concorso di narrativa per ragazzi più antico d’Italia.Sul palco la giuria composta da esperti e studenti di sei scuole secondarie di primo grado del Veronese che decreteranno il vincitore della63^ edizionedella competizione letteraria. In lizzaper aggiudicarsi il riconoscimento Matteo Corradini conLa Repubblica delle farfalle”edito da Rizzoli, Annamaria Piccione autrice di “La musica del mare”, edizioni Eled Elisa Puricelli Guerra con “Cuori di carta”, El.

Com. st. Premio Castello 2013