“PIÙ VELOCE DEL VENTO” – EINAUDI RAGAZZI Presentazione di Maria Fiorenza Coppari – Giuria “Premio Castello di Sanguinetto 2017”

Inserito da il Nov 9, 2017

Ma dove vai bellezza in bicicletta,
così di fretta pedalando con ardor.
Le gambe snelle, tornite e belle,
m’hanno già messo la passione dentro al cuor…

“Più veloce del vento”, scritto da Tommaso Percivale ed edito da Einaudi Ragazzi a 100 dall’invenzione della bicicletta, il cavallo a due ruote, senza pedali, né freni, inventato dal barone von Sauerbronn il 12 giugno 2017, ha per protagonista un personaggio reale: Alfonsa Rosa Maria “Alfonsina” Morini coniugata Strada (Castelfranco Emilia, 16 marzo 1891 – Milano, 13 settembre 1959). Una donna, una pioniera: Alfonsina, l’unica donna a partecipare al Giro di Lombardia e al Giro d’Italia 1924, ammessavi da Emilio Colombo, direttore de La Gazzetta dello sport, l’unica donna a gareggiare in competizioni maschili, con miti del calibro di This, Pellissier e Girardengo. Al Giro d’Italia arrivò trentesima, e in seguito vinse 36 gare contro uomini.

Alfonsina, la “bellezza in bicicletta”, la “maschietta” della famosissima canzone degli anni 50, era nata nel 1891, prima di 10 fratelli, e salì insella a 10 anni, sulla sgangherata bici che stava appesa nel fienile, contro tutto e contro tutti. Per farsi strada in un mondo dominato dagli uomini non solo nello sport, fu costretta a battersi in primo luogo contro i limiti dell’appartenenza al genere femminile, della povertà, dei pregiudizi e della prepotenza che all’epoca relegavano la donna, soprattutto della sua condizione sociale, in un ruolo unico, stereotipato di ancella: moglie, madre, nonna, sorella o zia, monaca. Ruoli subalterni o complementari, mai antagonisti a quelli maschili. Ma, sposa a soli 14 anni, Alfonsina trovò proprio nel marito, il cesellatore Luigi Strada, il suo primo sostenitore che non la considerò “un diavolo in gonnella”, ma le donò la sua prima vera bicicletta da corsa con il manubrio ricurvo.

Nel libro l’autore Tommaso Percivale ricostruisce con maestria e affetto la figura di Alfonsina, romanzando quel tanto che è necessario alle esigenze della narrazione, ma rispettando la storia e la personalità di questa ragazza tutta fuoco e coraggio, intelligente e tenace, una tipa da sballo che suscita simpatia a prima vista. Una donna riscoperta recentemente e che merita un posto nella storia dell’emancipazione femminile e nei nostri cuori. Un libro ben costruito e ben condotto, un libro da amare, come la sua protagonista.